COPPA DEL MONDO - 50 ANNI DI SERVIZIO SULLA SASLONG
50 anni di servizio sulla Saslong
|
![]() |
![]() |
Il nostro inossidabile Presidente, Mario Stegher, all’ombra della Saslong, la famosissima discesa libera della Val Gardena. Eh sì, proprio così, come puntualmente ci ricordano le News della prestigiosa manifestazione che mettono in risalto la lunghissima collaborazione instauratasi nel lontano 1975, proprio nell’anno in cui da Santa Cristina la competizione si spostò ad Ortisei, quindi un po’ più a valle, perché lì sulla pista “Pradell”, più tecnicamente adatta allo scopo, si sarebbe potuto disputare lo slalom parallelo programmato come ultimo atto della Coppa del Mondo di sci 1974-1975. Scelta azzeccatissima che si svolse al cospetto di circa 40.000 spettatori disseminati lungo il tracciato come in un immenso stadio e che consegnò nelle mani di Gustavo Thoeni la Coppa di Cristallo, dopo che Stenmark, suo acerrimo avversario, aveva infranto gara ed ambizioni contro un paletto malandrino quando il traguardo era lì a due passi. |
È stato quello un episodio epico, che ha fatto storia come pochi altri e che è ancor vivo nella memoria degli appassionati di una certa età, figuriamoci per Mario che lo ha vissuto in prima persona come cronometrista. La foto che lo immortala, nell’istante in cui Thoeni apre il cancelletto per tuffarsi verso la vittoria, fa bella vista di sé anche in Associazione e, scrutando l’espressione del viso di Mario parrebbe tutto preso e concentrato sull’importanza del momento, ma in realtà, conoscendolo bene, sotto sotto mimetizza tutta l’emozione e l’orgoglio di essere lì ad un palmo di naso dal grande Gustavo che sta per scrivere una pagina indelebile non solo dello sci, ma di tutto lo sport nazionale e non solo. Dunque cinquant’anni a contatto di una manifestazione che nel corso della sua storia ha saputo evolversi costantemente in meglio, tanto da potersi fregiare come pochissime altre del prestigioso appellativo di “CLASSIC” e il nostro Mario nell’ovattata “location” della cabina di arrivo, sua sede di lavoro abituale, ha potuto seguire passo per passo, anno dopo anno, l’evoluzione del cronometraggio, a partire dai tempi della Olivetti, da cui ha tratto esperienza e software per le prime elaborazioni “made in Alto Adige kronos”, fino ad arrivare all’attuale Longines, un colosso in questo campo, ormai arrivata al punto di misurare le performances degli atleti metro per metro. |
|
Ma proprio dal cuore della cabina di cronometraggio nel 1979 ha dovuto sorbirsi goccia dopo goccia l’amaro fiele della ripetizione della gara causa blackout dei cronometri. Fu quella la prima volta che una gara venne annullata e fatta ripetere per colpa del cronometraggio. Si potrebbe scrivere un libro su quell’episodio, ma più modestamente sul fattaccio è stato da noi scritto un bell’articolo a cui si rimanda al link……. per una conoscenza completa dei fatti. Adesso sarebbe troppo lungo il farlo, ma qualcosa possiamo comunque sintetizzare: In pratica successe che partita da poco la gara, con Herbert Plank in pista, il tabellone dei tempi cessò di funzionare e tale rimase anche con gli arrivi successivi di Erik Håker e Peter Winsberger, segno evidente che mancavano i tempi, ragion per cui la gara venne interrotta. Il cronometraggio era a cura dell’LSE, piccola e sconosciuta Marca di cronometraggio locale che però in quegli anni si presentò alla ribalta con un’apparecchiatura rivoluzionaria. Comunque, un “intrusa” mal vista nel ristretto clan dei grandi, che con quella disastrosa débâcle passò inesorabilmente dall’altare alla polvere. Poco importò se il buon Mario, il suo compito di rilevamento manuale dei tempi lo svolse impeccabilmente, così come venne accertato, ma non bastò, perché i Giudici ritennero inaffidabile il miglior tempo di Håker, solamente perché realizzato da un atleta che fino ad allora non aveva vinto nulla, e si arrivò così alla ripetizione pomeridiana della gara. Nessuna colpa quindi per noi, ma ciò non bastò per smarcarsi dalla figuraccia fatta in mondovisione dai cronometristi.
Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata molta e Mario ha adesso qualche capello in meno e più bianco, ma soprattutto vive della gioia dei suoi nipotini Arianna, Filippo e Giosuè che sull’argomento non sapranno mai niente da lui. Ricordiamo cosa profeticamente disse in proposito: “Certamente quando sarò vecchio e avrò riposto il cronometro nel cassetto dei ricordi difficilmente racconterò questa storia ai miei nipotini”. Chiudiamo con queste sue testuali parole, non prima di precisare che il nostro Presidente “leggenda vivente”, è ben lungi dal riporre il cronometro nel cassetto.
Ciao Mario, ti aspettiamo per le nozze di diamante!